La storia della Pompei inizia a Roma nel 1932, quando i cugini Ernesto e Luigi Pompei (originari di Fermo, nelle Marche) decidono di aprire un calzaturificio con l’obiettivo di rifornire i teatri della capitale. Il primo laboratorio è situato in Via Cavour, e nel giro di pochi anni la sua attività vede una crescita esponenziale. L’apertura dei teatri di Cinecittà, nell’aprile del 1937, rappresenta un punto di svolta per il destino dell’azienda e per quello dell’industria cinematografica italiana.
Gli anni ’50 vedono l’arrivo delle grandi produzioni americane negli studios di Cinecittà, che per l’occasione viene ribattezzata “la Hollywood sul Tevere”. Il laboratorio dei cugini Pompei lavora a pieno regime per produrre un numero di calzature sufficiente a vestire i cast e le centinaia di comparse dei numerosi film di genere Peplum (appropriatamente soprannominati “sandaloni” dai lavoratori dello spettacolo romani).
Kolossal come Quo Vadis? (Mervyn LeRoy, 1951), Ben Hur (William Wyler, 1959) e Cleopatra (Joseph L. Mankiewicz, 1963) (questi ultimi due vincitori del premio Oscar per i migliori costumi) segnano un’epoca d’oro nella storia del cinema americano, e rappresentano delle tappe fondamentali nel percorso professionale di Pompei, che grazie ad essi fa conoscere il proprio nome ad Hollywood.
Dopo alcuni decenni gloriosi, in cui l’azienda produce calzature per i film di registi come Federico Fellini (Piero Gherardi vince il premio Oscar nel 1961 per i costumi de La dolce vita), Sergio Leone e Franco Zeffirelli (un altro premio Oscar, ai costumi di Danilo Donati per Romeo e Giulietta, nel 1968), nel 1974 l’azienda passa nelle mani di una nuova generazione di Pompei, i cugini Carlo e Laura, figli rispettivamente di Ernesto e Luigi. La loro gestione è caratterizzata fin dall’inizio da un’impronta spiccatamente internazionale: gli anni tra il 1975 e il 1980 vedono l’apertura di nuovi uffici a Londra e Parigi.
Gli anni di Carlo e Laura sono costellati da una nuova serie di successi e di sodalizi con i maggiori talenti mondiali nel campo del costume design. Numerose sono le collaborazioni che portano alla vittoria di un premio Oscar: tra queste ricordiamo quella con James Acheson per L’ultimo imperatore (Bernardo Bertolucci, 1987), con Franca Squarciapino per Cyrano de Bergerac (Jean-Paul Rappenau, 1990) e con Gabriella Pescucci per L’età dell’innocenza (Martin Scorsese, 1993).
Quando, a metà degli anni ’90, Laura si ritira a vita privata, Carlo rimane da solo al timone dell’azienda. Gli anni della sua gestione portano Pompei alla consacrazione definitiva sulla scena internazionale e ad una serie di collaborazioni con i più grandi costumisti, che fruttano ben 11 premi Oscar in 20 anni: Ann Roth (Il paziente inglese, 1996), Deborah L. Scott (Titanic, 1997), Sandy Powell (Shakespeare in Love, 1998, e The Young Victoria, 2009), Janty Yates (Il gladiatore, 2000), Colleen Atwood (Chicago, 2002, e Alice in Wonderland, 2010), Milena Canonero (Marie Antoinette, 2006, e The Grand Budapest Hotel, 2014), Alexandra Byrne (Elizabeth: The Golden Age, 2007) e Jaqueline Durran (Anna Karenina, 2012).
Oggi, le calzature Pompei appaiono in più di 50 film l’anno, oltre che nelle principali produzioni televisive internazionali, come Game of Thrones (HBO, costumi di Michele Clapton), Penny Dreadful (Showtime, costumi di Gabriella Pescucci), Black Sails (Starz, costumi di Marina Draghici, Tim Aslam), The Borgias (Showtime, costumi di Gabriella Pescucci) e TURN: Washington’s Spies (AMC, costumi di Donna Zakowska).
Accanto alla produzione di calzature per il cinema, Pompei collabora da anni con i più importanti teatri mondiali, incluso il teatro della Comédie-Française e l’Opéra di Parigi, il Royal Opera House di Londra, il Teatro alla Scala di Milano, il San Francisco Opera, il Metropolitan di New York e molti altri enti lirici e teatri stabili italiani ed europei.